Come in ogni racconto di bucanieri che si rispetti, anche questa storia inizia da un tesoro nascosto. Non sta su un’isola paradisiaca, ma giace a chilometri di profondità sul fondo del mare. Nel buio più totale degli abissi. Non è un tesoro luccicante. Anzi, all’apparenza è piuttosto bruttino: una sorta di patata nera, composta di vari metalli quali cobalto o manganese. In gergo tecnico si chiamano “noduli polimetallici” e sono l’ultima frontiera di una controversa corsa alle materie prime fatta in nome della cosiddetta “transizione ecologica”...

Leggere l'articolo su AREA

Crédit photo : AREA © 2024